Occupazione, gli studenti abbandonano il liceo De Filippis. Poi lo rioccupano di nuovo
Dopo tre giorni di occupazione le studentesse e gli studenti del liceo "De Filippis" abbandonano l'istituto. Ma non sono stati sconfitti, semmai chi ha perso sono le istituzioni.
In primis una preside che per la prima volta nella nostra città denuncia i suoi stessi alunni per essersi impadroniti di una struttura che già gli appartiene ogni giorno.
Centinaia di ragazzi e ragazze hanno riempito le aule con corsi di recupero autogestiti, didattica alternativa e discussioni politiche sui gravissimi problemi sociali ed economici che affliggono la scuola ma più in generale il paese tutto.
Quello che non è mai mancato è stata la grande passione e la voglia di lottare veramente per un futuro migliore. Ma si sa, la passione non è certo un presupposto gradito all'interno della scuola... e sospettiamo che la "buona scuola" di Renzi non vedrà un cambiamento da questo punto di vista.
Studenti e studentesse hanno resistito con tenacia alle becere intimidazioni di dirigenti e professori e agli atti di violenza delle forze dell'ordine. La lotta comunque non finisce qui, già da domani ci saranno nuove mobilitazioni per gridare forte e chiaro il nostro no alle logiche di profitto che presto grazie a Renzi assoggetteranno anche la scuola.
Rioccupazione - Oggi 27 novembre il plesso De Filippis ha rioccupato, in seguito alla repressione subita nella serata di ieri da parte delle forze dell'ordine. Per la prima volta nella storia delle occupazioni cavesi, la preside ha denunciato i suoi studenti, mostrando un atteggiamento a dir poco ostile riguardo la forte modalità di lotta da loro scelta.
Ciò nonostante, il De Filippis non ha chinato la testa! Stamattina, infatti, gli studenti, non facendosi intimidire dalle ulteriori minacce ricevute da parte della dirigenza e del corpo docenti, hanno rioccupato.
Durante l'assemblea tenutasi in mattinata, si è ribadita ancora una volta la voglia di portare avanti questa battaglia contro la buona scuola, il Jobs act e le condizioni fatiscenti in cui versa l'edificio.
Infatti, le fondamenta sono state danneggiate da infiltrazioni acquifere; le mura esterne e il tetto sono pericolanti; nelle aule sono presenti macchie d'umidità e cedimenti d'intonaco, circuiti elettrici scoperti; i bagni sono sprovvisti di finestre; non è previsto un piano d'evacuazione adeguato, in quanto non esistono uscite d'emergenza per il piano superiore, difatti sono circa due anni che non vengono effettuate le prove d'evacuazione.
Da ieri, inoltre possiamo vedere smascherata anche la farsa dell'"assunzione dei precari" paventata da molti come una delle poche note positive della riforma Renzi-Giannini. Ebbene, non si trattava di altro che di un effetto di una sentenza che si attendeva arrivasse, e che è arrivata da parte della Corte di giustizia europea, che prevede l'obbligo di assunzione da parte dello Stato italiano dei 250mila precari docenti.
Nei giorni in cui la "delega in bianco" del Jobs act viene approvata alla Camera dei deputati, ribadiamo la nostra ferma volontà di non voler permettere a nessun governo di fare profitti con Confindustria sulla pelle degli studenti e dei lavoratori sfruttandoci fino all'inverosimile come se fossimo macchine al loro servizio.
Il De Filippis persevera nella lotta e non cede alle ulteriori intimidazioni ricevute.
Non ci avrete mai come volte!
Gli studenti del "De Filippis"